Appendice "letteraria"
N. 3
Era Notte.
Il lambrusco aveva steso un velo pietoso sulle
inutili insulsaggini dei miei compagni di cena tuttologhi.
Gnocco sudato di mortadella e tigelle benedette da strutto cremoso d'aglio rendevano impossibile l'ipotesi di un riposo sereno. Cercai, come ero solito fare in questi casi, aiuto nei diciassette pollici del mio schermo, per librarmi tra gli universi della Rete. Scelsi di sognare tra i libri che avrei desiderato possedere e aprii le pagine dei cataloghi on line delle mie Librerie preferite. Strizzo gli occhi sui piccoli caratteri verdognoli Bookman Old Style dello scozzese Anderson; sorrido beato delle paginette azzurrine ordinate precise e linde di Scharz, il viennese; godo dell'immane complessità, intrigo insolubile di rimandi ciechi, di Santos libraio in Saragozza; ammiro l'assoluto ordine immateriale di Brunnen, cuore di carta della Baviera. Infine, quando la stanchezza, la noia e l'aglio sembravano averla vinta, sapevo di poter contare sull'ultima carta, la migliore, quella che non mi tradisce mai, il boccone del prete, da lasciare per ultimo. Così io, il catalogo della Golden Legend di Los Angeles lo lascio in attesa, a piè di pagina, mentre cincischio stuzzicandomi l'eccitazione con gli altri cataloghi. La curiosità vellicata trova nel bianco crema setoso delle pagine della Golden Legend sempre gustoso appagamento. Anche questa volta fu così. Solo un po' più sorprendente del solito: un pugno alla bocca dello stomaco, una rasoiata sui reni, un principio di Parkinson alla testa, un'atrofia muscolare agli arti superiori e una fiammata di fuoco di S.Antonio sul fondo schiena. Se le citazioni clinico-letterarie non bastassero credo di poter aggiungere in tutta onestà, senza alcuna esagerazione, un'ondata di reflusso gastro-esofageo e una stilettata al fegato. Avevo gli occhi fissi sullo schermo, davanti a me la pagina quattordici della sezione Teatro Russo, e a caratteri enormi esigeva attenzione il volume più raro e più caro, la preziosità del catalogo, dodicimila dollari: Aleksej Putenkov, Vita di Stanilsavskij, edito a Mosca nel 1939. Il libro che avevo gettato via per aggirare, con un banale trucco, la dogana di Mosca, valeva dodicimila dollari. E' difficile ammettere di essere uno stupido. Intendo dire, è difficile ammetterlo a se stessi, nel profondo della coscienza. Tutti i disturbi fisici sopra elencati generati da quella scoperta, stavano a significare che la mia coscienza faceva fatica a riconoscere la mia somaraggine, ma infine dovette cedere, e il riconoscimento si manifestò con uno stato di catalessi prolungata. Finchè un'idea mi esplose nel cervello dopo un periodo imprecisato di incubazione. D'altra parte, sempre lei, la coscienza, doveva trovarla una via d'uscita per salvarmi dalla definitiva condanna, da quel giudizio perenne di asino patentato, che se ti si sedimenta dentro sei rovinato per sempre. Il destino con una mano toglie e con l'altra dà, suggeriva la benemerita coscienza, da cui l'idea: se hai gettato via quel maledetto Putenkov e hai conservato Il maestro di ballo, ci sarà un motivo, che se anche adesso non cogli, cercalo con attenzione proprio in quel libro che hai voluto.
La mattina dopo mi trasformai in un segugio dall'olfatto finissimo. Scaravoltai ripiano dopo ripiano della mia biblioteca; feci piangere Hesse e Goethe; abbattei Pasolini e Calvino; resuscitai dalla polvere Moliere e Machiavelli; mi sorpresi di possedere l'opera completa di De Sade, fin quando trovai l'oggetto conteso o forse segnato dal destino. Ritrovarlo, dopo tanti anni, mi lasciava del tutto insensibile. Non era più l'oggetto in sé a grattare il mio interesse, adesso bisognava cercarci dentro un valore e per farlo bisognava iniziare dalla traduzione. Ed è quello che mi accinsi a fare.
continua...
Fabio
Casa Estiva della Società di Danza
2-30 agosto 2003 Landro di Gioiosa Marea (Me)
Direzione: Fabio Mòllica
Insegnanti: Tindara Addabbo, Simonetta Balsamo, Alessia Branchi, Assunta
Fanuli, Fabio Mòllica
La Scuola estiva è un momento di incontro e condivisione di diversi piaceri: la danza, il mare, la collina, i percorsi culturali. E' un luogo per incontrare appassionati e amici provenienti dalle diverse città e condividere lo studio di programmi di danza presentati dai diversi insegnanti: ogni settimana un insegnante e un programma diverso. La mattina le lezioni presso la Casa Estiva, al fresco della collina. Il pomeriggio il mare con le spiagge del Golfo di Patti, la campagna circostante o le montagne dei vicini Nebrodi e gli itinerari culturali attraverso la Sicilia antica. La Casa Estiva è pensata per essere un luogo di incontro e condivisione, dalla danza alla vita conviviale, con l'uso della cucina comune o del forno a legna per preparare insieme le cene e le feste serali. La Casa Estiva è anche un Progetto Ambiente. Ogni partecipante pianterà un albero sviluppando una pratica che vorremmo ci portasse, in tempi brevi, ad adottare un terreno da curare con pratiche di rimboschimento e salvaguardia, in collaborazione con Associazioni ambientaliste.
Alloggio - vitto - costi
La Casa Estiva è un Teatro di Campagna, la cui parte abitativa può ospitare 12 persone, divise in due appartamenti forniti di doppi servizi e cucina: 1 camera singola, 3 camere da due posti e 2 camere da tre posti. Nelle vicinanze sono disponibili altri appartamenti con camere a due-tre posti. La biancheria da letto è inclusa. Il costo complessivo è di 250 euro a settimana (stage e alloggio) con arrivo il pomeriggio del sabato e partenza la mattina del sabato. Coloro che desiderassero una diversa sistemazione (alberghi, campeggi, agriturismo) riceveranno a richiesta ulteriori informazioni. Il costo del solo stage è di 100 euro. La scheda di iscrizione dovrà pervenire presso la Società di Danza-Circolo Modenese, via Cavallerini 6, 41100 Modena, entro il 15 aprile 2003. La prenotazione è valida solo al ricevimento di una caparra di 50 euro. Il saldo della spesa prevista deve avvenire il giorno di arrivo
www.societadidanza.it